Ogni tanto mi imbatto in notizie interessanti, ma magari non così ‘ampie’ da meritare un articolo di approfondimento individuale. Allora, perché non mettere assieme alcuni argomenti diversi? E’ quello che ho fatto oggi.
Sempre a proposito di "il pubblico vuole cose originali, è stufo di storie già viste", mi sono salvato un grafico relativo a un articolo del Wall Street Journal e che ho trovato segnalato nella newsletter quotidiana di Sean McNulty per The Ankler. Nel pezzo del WSJ, si segnalava come, dei 20 film che potrebbero superare i 100M di incasso quest'anno, 17 sono sequel o basati su popolari IP televisive o di Broadway.
Tutto questo, dopo che i maggiori incassi mondiali da Natale 2023 a oggi sono:
1 Dune: Parte Due: $704M (sequel)
2 Wonka: 632M (reboot/prequel)
3 Godzilla x Kong - Il nuovo impero: $522M (sequel)
4 Kung Fu Panda 4: $504M (sequel)
5 Ghostbusters - Minaccia glaciale: 188M (sequel)
Ma che sequel si sono fatti? E soprattutto, quanto tempo è passato dal precedente episodio? Vediamolo qui:
Francamente, il fatto che certi prodotti come Beetlejuice e soprattutto Il gladiatore (in cui manca il gladiatore originale, of course) vengano fatti a più di 20 anni di distanza è un chiaro segnale che a Hollywood si preferisce andare su quello che sembra sicuro. E il pubblico non sembra proprio dissentire. D’altronde, già nel 2023 dei maggiori 25 film per incassi negli Stati Uniti, 21 erano comunque sequel/prequel/non Original/nati da un IP. Quindi, pensateci quando siete convinti che il pubblico voglia cose nuove e fresche…
Qualche mese fa, leggevo un post su Facebook. L’autore (mi scuso, ma non mi sono segnato il nome, se vuole essere citato me lo scrivesse) segnalava come un giovane regista/attore di un film costosetto (almeno, come opera seconda) si trovasse in una trasmissione televisiva ‘popolare’ e che chiaramente fosse molto a disagio. Non avendo visto la trasmissione, non saprei se confermare il ‘disagio’, ma non mi sorprenderebbe.
Mi ha fatto riflettere e non solo sul fatto che tanti autori italiani hanno difficoltà a parlare a un pubblico più ampio di quello degli addetti ai lavori che vanno al Festival di Venezia, cosa tangibile in tante campagne di comunicazione. Il problema mi sembra anche peggiore adesso, in cui tanti hanno ricevuto budget enormi e da film ultracommerciali. Come fai a giustificarli, se poi non riesci a comunicare in una trasmissione popolare? Direi impossibile…
Leggevo in una newsletter di Ankler come alcune realtà tech stiano decisamente cambiando idea sull’acquisto di tutti i diritti dei prodotti audiovisivi:
Non c'è ancora nulla di definitivo, ma sì, Amazon Studios sta esplorando un nuovo modello di backend basato sui risultati dei lungometraggi e delle serie Original. Nel frattempo, Apple ha fatto il giro delle agenzie e degli studi legali condividendo i suoi progetti per un nuovo modello di backend per le produzioni di Apple Studios, nel tentativo di allinearsi meglio alle richieste dei talent.
Tutto questo vi suona familiare? In effetti, è così. "Stanno cercando di ridurre i loro budget non dovendo pagare di più in anticipo. È una cosa che esiste da decenni nel cinema", dice un dirigente di una major. "Tutto ciò che è vecchio è tornato nuovo".
Unica cosa su cui non sono d’accordo nel pezzo di The Ankler, è quando un avvocato sostiene: "Per il momento, li prendo in parola: non stanno cercando di pagare di meno e invece vogliono premiare le serie di maggior successo. Ma è ancora un work in progress".
No, non è vero, stanno cercando proprio di pagare di meno. O meglio, non vogliono più pagare tutto quello che finanziano come se fosse un successo (che era alla base del modello di upfront fee), visto che solo un 10% (a essere ottimisti) genera dei risultati veramente buoni. D’altronde, se questo sistema ha funzionato per tutta l’industria per decenni, è normale che si ritorni a certi parametri. Peggio per chi si era fatto illusioni e non aveva capito che chiedere più soldi in base ai risultati, avrebbe portato a un abbassamento delle offerte iniziali. Adesso, forse saranno contenti. O no? :-)