Come sempre, analisi molto interessante e incisiva di David Poland sui problemi del mercato theatrical, con riflessioni su cui aveva discusso già nel mio precedente articolo. Il discorso parte da un dato indiscutibile su quest’ultimo ottobre, che si è rivelato quello con il peggiore incasso dal 2000 (escludendo il 2020, ma lì ovviamente il Covid ha avuto un impatto brutale), con 461M incassati sul territorio nordamericano.
La ragione? Per Poland è semplice, anche se impressionante. Dopo che a settembre Beetlejuice Beetlejuice ha funzionato in maniera straordinaria (almeno, in Nordamerica, meno spettacolare nel resto del mondo) e che Il robot selvaggio era partito ottimamente il 27 settembre (e ha poi mantenuto un’ottima tenitura), a ottobre sono arrivati - nella programmazione del mese - Joker: Folie à Deux, Venom - The Last Dance, Smile 2 e Saturday Night.
Cosa hanno in comune questi film? Semplice, sono gli unici quattro titoli major a essere usciti in almeno 1.000 schermi (e Saturday Night è crollato subito). Certo, ci sono state belle sorprese indipendenti, come Terrifier 3 di Cineverse, ma ovviamente non si può sperare che le piccole case di distribuzione sostituiscano i colossi. E’ l’ennesima dimostrazione della “tentpole strategy” delle major, quella di puntare solo su grandi blockbuster (o comunque titoli su cui si hanno notevoli aspettative, come il sequel del fortunato Smile).
E questo modello viene replicato anche a novembre, ma si spera con maggiore fortuna. Ci sono tre uscite major che sono forti sulla carta (e anche dalle previsioni finora del tracking, soprattutto sugli ultimi due), ossia Il gladiatore 2, Wicked e Oceania 2. D’altro canto, abbiamo già visto che altre uscite major come Here e Giurato numero 2 non hanno avuto nessun impatto oltreoceano. E la pellicola di Amazon/MGM Red One potrebbe avere un esordio interessante, ma comunque non dovrebbe superare i 40 milioni.
Un esempio che fa il giornalista è il divario enorme tra le migliori uscite di novembre dall’inizio della pandemia, tra il primo risultato (i 454 milioni di Black Panther: Wakanda Forever) e il secondo (l’ultimo Hunger Games, con 166M), una distanza che è spiegabile soltanto con la mancanza di un’ampia gamma di prodotti. Sicuramente questo novembre 2024 fornirà qualche titolo che si porrà in mezzo a questi due film.
Ma il punto è che lo stato delle cose, come dice Poland, è di “abbuffata o di carestia”, dovuto alla volontà delle major di prendersi meno rischi possibili su film piccoli e medi. Tuttavia, così facendo, si crea una roulette, o meglio, come dice il giornalista, una “roulette russa”.
La soluzione che propone, è di non preoccuparsi solo dei film enormi che puntano a incassare più di 500 milioni di dollari nel mondo, ma di portare avanti anche tre altri titoli da trenta milioni ciascuno, in grado di “ottenere profitti e, magari, diventare un franchise”. Mi viene da dire, il modello “John Wick”, partito veramente a basso budget (e che ha rischiato di non farsi per una mancanza di finanziamenti) e che poi ha generato utili fantastici per Lionsgate (e anche per l’attrice Eva Longoria, che ha visto raddoppiare il capitale che aveva messo nel film).
L’alternativa è invece quella di continuare in questo modo, mettendo sempre più in difficoltà le sale e portando alla chiusura un numero importante di queste strutture (soprattutto negli Stati Uniti, dove non ci sono certo i sostegni pubblici che abbiamo da noi). Ma poi, anche i grandi blockbuster, arrivando in meno copie, otterranno le stesse cifre?