Sul fatto che esce poco prodotto importante al cinema, non c’è più molto da discuterne. è una certezza. Sulle ragioni per cui questo avviene, invece i pareri sono contrastanti. Molti sono convinti che tutto dipenda dagli scioperi avvenuti negli Stati Uniti lo scorso anno e che hanno portato al blocco delle riprese di film e serie per diversi mesi. Sicuramente è un fattore importante. Ma è solo questa la ragione? Insomma, d’ora in poi, basta evitare nuovi scioperi e torneremo a un’offerta degna del prepandemia? Io temo che sia più complicato di così. Ma partiamo dalle basi, come segnala la newsletter Entertainment Strategy Guy:
La spiegazione più logica per i miliardi che mancano al botteghino è che il numero di film in uscita nei cinema sia decisamente in calo. Dieci anni fa, i sei maggiori studi cinematografici distribuivano più di 100 film all’anno. Anche cinque anni fa, quel totale superava i 90. Negli ultimi quattro anni si è aggirato intorno ai 60.
Questo grafico fa capire meglio la situazione:
E’ vero, gli ultimi quattro anni hanno visto la pandemia e tanti titoli che magari dovevano uscire al cinema arrivare direttamente in piattaforma. ma quello che mi fa essere scettico sulla spiegazione “è tutta colpa degli scioperi” è che ci sono almeno due motivi strutturali per questo cambiamento. Uno lo spiega bene questo grafico:
Qui vediamo cosa succede quando una major ne acquista un'altra (e speriamo che non succeda più e/o che l'Antitrust americano intervenga con forza, nel caso). Era ovvio che inglobare una realtà del genere non avrebbe portato Disney a mantenere gli stessi investimenti produttivi. Ma il calo è veramente notevole e, peraltro, temo anche maggiore di quanto potete vedere sopra. Dal grafico infatti nel 2018 20th Century Fox avrebbe fatto uscire 10 titoli, ma quell'anno solo in Italia in realtà ne portava al cinema 22.
Già nel 2019, annata record, Disney puntava a una decina di titoli (per la precisione, undici, almeno in Italia), tutti fortissimi. Quest’anno nel primo semestre non ha quasi nulla, se non uscite Searchlight e titoli che sono nati in Fox a suo tempo, almeno fino al secondo Inside Out a giugno.
Ma c’è anche un’altra ragione, spesso travestita da “facciamo meno prodotti ma di maggiore qualità”. L’obiettivo è lodevole, ma in realtà questa scelta spesso deriva da una questione economica, soprattutto legata ai debiti (e il caso di Warner Bros. Discovery è interessante). Si tende infatti a puntare maggiormente su grandi titoli con l’illusione di ridurre i flop e quindi di limitare i costi, così da migliorare i bilanci. Io ho forti perplessità su queste scelte (ci si limita nelle possibili sorprese positive e si dà per scontato che certi titoli siano ‘sicuri’, quando non c’è nulla di sicuro), ma tanto non sarò io a cambiare la situazione.
C’è poi la questione piattaforme. E non nel senso banale, che ci è stato propinato dai mass media in questi anni, “la gente rimane sul divano a vedere Netflix e non va al cinema”. No, il problema è che c’è una notevole produzione di film che potrebbe tranquillamente essere degna del grande schermo, ma che finisce direttamente in piattaforma. Lo stesso ESG ha fatto notare come 20th Century Studios realizzi diversi titoli direttamente per Hulu (penso a Prey, per esempio). Ma il caso di Prime Video è anche peggiore (considerando che hanno anche comprato MGM e non si capisce perché, a questo punto), con titoli come Road House che quasi sicuramente sarebbe stato un bel successo in sala e che invece il grande schermo non lo vedrà mai.
ESG arriva anche a fare un grafico con tutto quello che si potrebbe incassare dai film di Netflix (e anche da qualche titolo degli altri streamer):
Ora, le cifre non sono folli e in effetti alcuni titoli avrebbero potuto performare bene in sala. Ma è anche vero che è un modello economico che a Netflix non interessa e quindi non so quanto sia utile continuare a sperare che cambino idea.
Quello che invece è sicuro, è che si sottraggono talent al cinema. Se Julia Roberts, Adam Sandler, Leonardo DiCaprio o Zack Snyder fanno film in esclusiva per Netflix, ovvio che tolgono la loro disponibilità per dei film cinema, cosa che un tempo non sarebbe mai avvenuta. Ed ecco che una delle varie ragioni per cui si fanno meno film per il cinema, è anche questa. Insomma, a parte gli scioperi, ci sono problemi che rischiamo di portarci avanti a lungo e di non risolvere mai…
La questione è che Netflix e compagnia bella rischierebbero con l'uscita in sala di non fare un buon servizio ai loro clienti. Di base l'uscita al cinema magari negativa potrebbe inficiare anche il lancio sulla piattaforma. Come dici tu è proprio un problema di business. La questione MGM di Amazon è molto semplice hanno comprato il catalogo non la possibilità di fare cinema al cinema. Ma di adattare titoli famosi (creando quella sinergia che fa anche un po' Netflix, faccio il remake e ti metto in catalogo l'originale).