Qual è la cosa che ho sentito dire più spesso dai produttori nell’ultimo anno? “Sky non compra più come prima”. Traduzione, per non lasciare dubbi: Sky non compra lo stesso numero di film di prima e non paga le stesse cifre di prima. Il che, oggettivamente, per i produttori è un bel problema. Molti hanno sperato che le piattaforme streaming sostituissero Sky: in parte è avvenuto (Amazon Prime l’anno scorso ha preso una trentina di film in prima finestra, Netflix ha da poco chiuso un output deal con la neonata distribuzione Piper Film, oltre ad aver intensificato l’acquisto di film cinema, più o meno recenti), ma le altre piattaforme sostanzialmente nell’ultimo anno sono state molto assenti (e temo che non ci saranno grandi miglioramenti in futuro).
In tutto questo, però, il nostro settore fa il grave errore di dimenticare una cosa: non bisogna pensare solo al Mercato esistente (la torta che vediamo già, così il titolo di questo articolo vi è più chiaro), ma anche e soprattutto a realtà importanti che ancora non sono presenti in Italia. L’elenco non è brevissimo e nei prossimi mesi mi riprometto di tornarci, ma intanto oggi iniziamo da una realtà che, se investisse molto nel nostro Paese, potrebbe essere la nuova Sky diciamo… nel 2028-2030.
Anche perché, negli Stati Uniti, lo diventerà tra poco, almeno come numero di abbonati “pay”, anche se in realtà il nome tecnico corretto sarebbe “vMPVD” (virtual multichannel video programming distributor): YouTube Tv.
Per chi ha familiarità con queste realtà (e con il concetto di vMPVD), non ci sarebbe bisogno di spiegazioni… quindi chiarisco meglio. Sostanzialmente, è lo stesso concetto della pay tv tradizionale (mettere assieme tanti canali ed editori diversi, offrendo tutto all’interno di uno stesso abbonamento), ma in streaming, non attraverso il satellite o un cavo, come eravamo abituati prima.
Per capire come YouTubeTv non sia una realtà di nicchia, ma un leader di Mercato, partiamo da questi grafici (che non sono aggiornati all’ultimo trimestre, ma ottimi per il confronto tra diverse società):
A realizzarli, la società MoffettNathanson, che per bocca di Michael Nathanson prevede che "YouTube TV aumenti i suoi abbonati di 1,5 milioni di unità ogni anno, raggiungendo i 12 milioni nel 2026 e generando quasi 11 miliardi di ricavi, con margini del 10-15%". Considerate che Michael Nathanson, solo quattro anni fa, parlava di un “futuro senza profitti” per YouTube TV. Insomma, non si può dire che fosse un fan.
Per ora, quindi, YouTube Tv è prima per quanto riguarda le realtà vMPVD, terza in assoluto tra tutti quelli che offrono questo tipo di servizio, che sia in maniera tradizionale o in streaming. Se è vero che Comcast e Charter nel grafico sono a circa 14 milioni di abbonati, con il tasso di decrescita attuale (e ovviamente con la crescita di YouTube Tv prevista), il sorpasso dovrebbe avvenire tra il 2025 e il 2026, rendendo YouTube Tv l’azienda che offre questo tipo di servizio con il maggior numero di abbonati, senza distinzione di metodo di distribuzione.
Va detto per onestà intellettuale che, nell’ultimo trimestre, YouTube Tv ha perso 150.000 abbonati, ma è facile pensare che non sia una brusca (e stabile) inversione di tendenza, ma dipenda soprattutto dalla fine della stagione regolare della NFL, che coinvolgeva YouTube Tv nel contesto del Sunday Ticket, un’opzione che permette agli abbonati di vedere le partite della domenica, pagando una tariffa supplementare. D'altro canto, Charter ha perso 392.000 abbonati nello stesso periodo (quindi a marzo 2024 in realtà ne ha un totale di 13,1M), mentre Comcast addirittura 487.000 (e a marzo 2024 aveva quindi 13,6 milioni di abbonati, insomma, la soglia dei 14M è stata infranta… in negativo). Quindi, anche così il sorpasso futuro è chiarissimo (sull’anno preciso, magari, ne possiamo discutere).
Sempre per precisare, è vero che YouTube Tv non produce Original come fa magari Sky (o le piattaforme) in Italia, ma anche queste realtà ci hanno messo diversi anni prima di entrare in produzione nel nostro Paese, non lo hanno fatto subito.
Per chi poi non sapesse bene quanto viene consumata YouTube in generale e quanto ormai sia diffusa l’abitudine di vederla attraverso le televisioni (insomma, non è solo una cosa per ragazzini sui loro cellulari), qualche grafica. Intanto, quella di The Gauge di Nielsen, che qui sotto mostra i consumi televisivi mensili delle realtà streaming:
Per capirci, YouTube batte nettamente non solo tutte la altre piattaforme (Netflix compresa), ma qualsiasi realtà televisiva tradizionale, anche i tre maggiori canali pubblici ABC, CBS e NBC, che sui dispositivi tradizionali dovrebbero avere qualche vantaggio. E ricordo che Nielsen non monitora i consumi tramite tablet e cellulari, dove ovviamente YouTube domina. Un altro grafico a cui vi consiglio di fare attenzione è questo:
Insomma, praticamente tutti i bambini statunitensi (quasi nove su dieci) vedono già YouTube ed è presumibile che lo faranno anche nei prossimi 50-100 anni della loro esistenza. Insomma, non sarà il caso di investire su chi già è nelle case dei più piccoli, che continuare a sperare in realtà più tradizionali in difficoltà (che spero si riprendano, ma su cui non possiamo puntare tutto il nostro futuro)?
E allora, allo stesso modo in cui se un realtà straniera investe in Italia magari riceve un sostegno dalle istituzioni pubbliche (che sia Stato, regioni, comuni), perché non sento invocare a gran voce l’arrivo in Italia di YouTube Tv, costi quel che costi?