La scorsa settimana, sono usciti due comunicati ufficiali, che hanno fornito delle informazioni interessanti sul rapporto tra Fremantle e i fondatori di The Apartment e Wildside, Lorenzo Mieli e Mario Gianani, così come su quelle due società. Come spesso capita con questi comunicati, le risposte fornite alimentano ulteriori (e forse anche maggiori) dubbi, ma sicuramente sono un passo avanti. Vediamo qualche informazione in particolare:
"Gianani e Mieli hanno lasciato i rispettivi ruoli di CEO di Wildside e di The Apartment e, contestualmente, hanno firmato un accordo di co-produzione con il gruppo Fremantle che prevede una collaborazione su diversi progetti. Tra quelli in produzione e post-produzione, ci sono: il nuovo film di Paolo Sorrentino, Limonov -The Ballad di Kirill Serebrennikov, Queer di Luca Guadagnino con protagonista Daniel Craig, il nuovo film di Gabriele Mainetti, Maria di Pablo Larraín con Angelina Jolie e le serie M. Il figlio del secolo di Joe Wright e Il Mostro di Stefano Sollima".
E’ sicuramente un elenco di titoli impressionante e molto stimolante. Alcuni di questi prodotti sono, come anche segnalato sopra, già girati, tutti sono comunque frutto di accordi già chiusi, quindi direi che la scelta di continuare a lavorarci insieme sia quella corretta, visto che la possibile alternativa (Mieli e Gianani che se ne disinteressano completamente) non sembra proprio una buona idea…
"Dopo aver realizzato insieme, negli anni, decine di progetti straordinari, questo accordo è la base per continuare a realizzarne molti altri in futuro”.
Andrea Scrosati
"Siamo felici e orgogliosi di annunciare questo accordo che ci consentirà di continuare a produrre con Fremantle film e serie straordinarie come quelle fatte nel corso degli anni".
Lorenzo Mieli e Mario Gianani
Insomma, al di là della diplomazia, sembra proprio che il rapporto tra Fremantle e questi due produttori dovrebbe andare avanti anche in futuro. D'altronde, anche nelle comunicazioni che erano uscite nei periodici stranieri il 19 gennaio (come su Deadline) un portavoce di Fremantle faceva l'ipotesi di collaborare con Mieli e Gianani "in una modalità diversa" in futuro. A questo punto, però, è normale porre una domanda banale: se si continua a lavorare insieme con Fremantle, perché Mieli e Gianani se ne sono andati dalle società che avevano fondato?
"The Apartment e Wildside, due realtà che hanno fatto di queste doti quel valore aggiunto che ha attratto alcuni tra i migliori talenti, italiani e internazionali. Per questi talenti siamo e continueremo a essere la loro casa".
Andrea Scrosati
Questo a mio avviso è forse il punto più importante dei due comunicati usciti. In effetti, è la conferma che grandi nomi del cinema e della serialità italiana che hanno un rapporto di esclusiva con Wildside e The Apartment continueranno a rispettare questo accordo e a lavorare per l'universo Fremantle e non seguiranno Mieli e Gianani nella loro nuova avventura (a meno che le ipotesi di collaborazione futura non prevedano proprio una collaborazione su questi talent, eventualmente come produttori esecutivi?).
Alla fine, rimangono due grossi punti interrogativi, uno legato a Fremantle e l'altro alla società di Mieli e Gianani. Vediamoli.
Con la recente acquisizione di Asacha Media e di tutte le sue proprietà, Fremantle ha cinque società di produzione in Italia (Wilside, The Apartment, Lux Vide, Picomedia e Stand By Me). E' vero che ci sono casi diversi: l'acquisizione del gruppo Asacha non è ancora stata completata (come sempre in questi casi, dall'annuncio al closing definitivo passa tempo) e per quanto riguarda Lux Vide, Fremantle possiede una quota di maggioranza del 70%, quindi non il 100%.
In ogni caso, cinque realtà produttive diverse (e tutte importanti) non saranno un po' troppe da finanziare in un Mercato bloccato dalle incognite tax credit e in generale da troppe situazioni negative, che incidono sicuramente sulle possibilità future? Penso alle difficoltà della Rai di investire le stesse cifre di prima con un canone inferiore; le possibilità di una Sky in ristrutturazione; le piattaforme che ormai sembrano voler tutte investire meno in Italia (Paramount+ ha proprio fatto capire che le produzioni locali saranno eliminate, se non per ridurre i costi di eventuali titoli in inglese girandoli fuori dagli Stati Uniti). Certo, Fremantle è una realtà enorme, che si può permettere di avere cinque società in Italia in questo momento, così come Apple o Amazon possono continuare a investire sui loro prodotti audiovisivi senza preoccuparsi troppo di ottenere ricavi immediati. Ma conviene farlo?
Sulla società di Mieli e Gianani, nei mesi scorsi erano uscite voci di partner importanti (in particolare, un fondo di investimenti che opera ad altissimo livello anche in Italia, ma non solo). Per ora, comunque, qualsiasi trattativa di questo tipo non è ancora ufficialmente nota né ben definita, e intanto si è chiarita meglio invece la situazione con Fremantle.
Inoltre, cosa molto più importante, quale sarà la strategia? Se, come indicato sopra, si perdono i grandi talent italiani (che rimangono a Fremantle), ci si chiede anche su chi punteranno Mieli & Gianani per i loro prossimi progetti. Altri professionisti già affermati? O emergenti di grande valore?
Ma, soprattutto, la questione è economica. In questi anni, Wildside e The Apartment sono state le due società italiane più ambiziose, anche e soprattutto dando vita a progetti con budget molto elevati e che non sempre hanno trovato il consenso del Mercato (forse perché virati verso un prestige non facile da vendere). Ora, considerando la situazione attuale già tratteggiata sopra, in cui anche gli inglesi dicono chiaramente di dover ridurre i loro costi, dovrà probabilmente portare intanto a una riflessione sulla strategia precedente e quasi sicuramente a una riduzione di budget. Come verrà gestita? In che direzione?
Sono tutte domande a cui speriamo di avere una rapida risposta. Anche perché, ne va del futuro della produzione italiana...