In queste giornate di grandi discussioni sulla riforma del TUSMA, si è molto combattuto per non abbassare eccessivamente le sotto-quote di investimenti minimi sui film italiani sia da parte degli streamer che delle realtà come Mediaset, ottenendo un valido compromesso. Mi chiedo se però, dopo i fiumi di inchiostro che sono stati spesi, non ci dimentichiamo qualcosa. Ossia, se tutte queste realtà vogliono abbassare le quote proprio per i film, quale sarà il motivo?
Il motivo mi pare semplice ed è questo: i film cinema faticano sul piccolo schermo. Non voglio dire che tante serie italiane invece ottengano numeri trionfali, anzi, a differenza della vulgata superficiale (“le serie italiane sono dei successi nel mondo, i film italiani non li vede nessuno”) la situazione è molto meno esaltante. Detto questo, non c’è dubbio che per tutti (broadcaster e piattaforma) i film in prima finestra (pay o free) siano un problema più che un'opportunità. Vediamo qualche caso specifico, come i risultati dei film italiani passati in prima visione free sulla Rai, nella stagione 2022-2023 (settembre-giugno):
Rai Uno
Qui rido io (1.660.000, 10,20%)
Il campione (2.365.000, 13,20%)
Rai Due
L'incredibile storia dell'isola delle rose (1.061.000, 5,80%)
Burraco fatale (1.211.000, 6,40%)
Rai Tre
Non odiare (608.000, 3,40%)
Tre piani (896.000, 5%)
Lei mi parla ancora (554.000, 2,90%)
Comedians (346.000, 1,80%)
Il ladro di giorni (778.000, 4,00%)
I predatori (331.000, 1,80%)
Lacci (735.000, 4,90%)
Si nota quindi che Rai Uno e Rai Due di film italiani in prima finestra ne trasmettono pochi, Rai Tre sta su numeri superiori. Ma, se non mi sono perso qualcosa, siamo a 11 titoli complessivi in quasi dieci mesi. D’altro canto, su Rai Uno si va dal 10 al 13% (male), su Rai Due intorno al 5-6% (che ci potrebbe anche stare) e su Rai Tre per alcuni titoli al 4-5% (comunque non esaltanti) ce ne sono anche un paio sotto al 2%. Ma giusto per non farvi pensare che la situazione sia cambiata molto, qualche numero più recente sul 2023-2024 finora:
Rai Uno
Marilyn ha gli occhi neri (1.854.000, 10,30%)
Il Giorno Più Bello (2.244.000, 12,70%)
Bla Bla Baby (2.254.000, 13,19%)
La Befana vien di Notte 2 – Le Origini (2.234.000, 13,30%)
Rai Due
Io Sono Babbo Natale (1.484.000, 8,10%)
Il sesso degli angeli (1.195.000, 6,20%)
Rimetti a noi i nostri debiti (641.000, 3,90%)
Rai Tre
Volevo nascondermi (537.000, 3,60%)
Inizio con un particolare un po’ buffo, soprattutto considerando che stiamo parlando di soli 8 film passati in quasi sette mesi, ossia il fatto che Rimetti a noi i nostri debiti e Volevo nascondermi sono passati la stessa sera, il 7 settembre 2023 (che peraltro non è neanche periodo di garanzia Rai), ovviamente facendosi concorrenza a vicenda.
Su un fronte più positivo, possiamo notare un aumento dei film passati su Rai Uno (da due a quattro, sì lo so, non esattamente un cambiamento epocale), ma con ascolti che non vanno mai oltre il 13%, dato che ovviamente non è soddisfacente per l’ammiraglia di casa Rai. Segnalo anche i dati di due titoli (non in prima visione) trasmessi da Rai 1 a gennaio, ossia La Befana vien di Notte (2.576.000 spettatori e 13,7%) e Mio fratello rincorre i dinosauri (2.310.000 spettatori e 13,1%). Considerando che non sono prime Tv, sono numeri assolutamente accettabili.
Meglio (rispetto alla media del canale) i numeri di Rai Due per quanto riguarda le prime di Io sono Babbo Natale e Il sesso degli angeli. Non soddisfacenti invece, anche se non stiamo parlando di prime visioni, i passaggi negli ultimi due mesi su Rai Due di C'era una volta il crimine (543.000 spettatori e il 2,9%) e Lo chiamavano Jeeg Robot (512.000 spettatori e il 2.8%).
Mediaset
Canale 5 (e Mediaset) ormai vive da tempo (ma nell’ultimo anno forse qualcosa è cambiato) di repliche ossessive dei film di Zalone, Ficarra & Picone e Aldo, Giovanni & Giacomo. Per fare un semplice esempio non legato alle prime Tv, nel 2022 è passato per ben due volte Quo vado?, facendo l’11,4% e l’11,8% (tutto sommato, neanche male, visto lo sfruttamento intensivo). O gli ultimi due passaggi de L’ora legale, quello di gennaio 2023 (2.428.000 spettatori e il 13.2%) e di novembre dello stesso anno (1.828.000 spettatori e il 10.2%). Più significativo il risultato de Il primo Natale a fine dicembre 2023 (2.761.000 spettatori e il 16.3%).
In questa stagione, ho notato tre prime tv. Curiosamente, quella che è andata meglio è un titolo Netflix, ossia Natale a Tutti i Costi con 2.519.000 spettatori e il 14.6%. Sotto il 12% invece sia Chi ha incastrato Babbo Natale? (1.894.000 spettatori e l’11.1%) e Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (1.974.000 spettatori e l’11.9%). Come si può vedere, una situazione che non è certo migliore di quella Rai (soprattutto perché qui stiamo sempre parlando di titoli importanti e di buon successo in sala, cosa che non è sempre vera per i film che passano sulla Rai).
Netflix
La piattaforma ha ormai archiviato una ricca produzione di film Original (l’anno scorso ne ha fatti solo due, Nuovo olimpo e In fuga con Babbo Natale), dopo che alcuni titoli molto costosi non hanno proprio funzionato. Va però detto che il miglior risultato di un prodotto italiano (serie o film) Netflix (almeno da quando la piattaforma fornisce i dati) è decisamente Il mio nome è vendetta, che è ancora nella top ten all time all’ottavo posto con 86,5 milioni di ore. E’ andato bene anche Love & Gelato con 44,7M di ore, anche se qui lascio a chi legge la decisione di considerarlo un film italiano o meno (produttivamente lo è). In ogni caso, Netflix ha risolto la questione aumentando l’impegno nell’acquisto di film in prima finestra pay, anche se non ai livelli enormi di Amazon, che invece l’anno scorso ne ha presi più di trenta. Ma gli investimenti notevoli sui titoli Original sono ormai parte di un passato che (temo) non tornerà a quei livelli.
Insomma, che televisioni e piattaforme non stravedano per i film, non mi sembra frutto di un pregiudizio, ma di problematiche effettivamente esistenti e magari non colpa di chi i film li produce, ma di una situazione di Mercato complicata. Nel caso delle televisioni free, lo si dice ormai da più di un decennio, il fatto che questi prodotti arrivino spompati dopo diversi sfruttamenti (compreso quello della pirateria, che non porta introiti ai produttori).
Però mi chiedo se queste problematiche possano essere risolte solo da qualche numero percentuale e obblighi dello Stato. E mi rispondo di no. Serve in realtà capire quali sono delle possibili soluzioni. Una è il fatto che i tanti film d’autore che si fanno spesso non sono efficaci per il piccolo schermo. Ma ce ne saranno sicuramente altri e non c’è dubbio che un’analisi congiunta tra chi produce e chi acquista potrebbe aiutare la situazione.
Per esempio, prendete la Spagna. E guardate la top ten di Netflix dei film in lingua non inglese più visti di sempre sulla piattaforma:
Quando si hanno quattro dei primi cinque titoli, è ovvio che Netflix non rispetterà gli obblighi di investimento in quel Paese… ma in senso positivo, visto che chiaramente investe di più del 5% del suo fatturato, come impone quella nazione.
Il problema è che già c’è una certa sfiducia reciproca di base e le attuali condizioni del mercato rendono tutti più nervosi, pensando che certe problematiche si risolvano cercando di influenzare (da una parte o dall’altra) chi deve scrivere le norme governative. Che è una strada assolutamente ragionevole e anche - se modulata bene - corretta. Tuttavia, un percorso di analisi congiunta sui risultati e su possibili soluzioni aiuterebbe molto tutto il settore. E renderebbe la vita migliore a tutti…